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L’esperienza di Clelia: perché da Rosalba Gabrielli non si è sentita una delle tante

Clelia ha provato diversi atelier prima di trovare il suo abito da sposa nella nostra sartoria e ci ha raccontato una differenza importante nell’esperienza che ha vissuto.

Il nostro è stato in realtà l’atelier in cui ha fissato il primo appuntamento durante la ricerca dell’abito, non è stato invece l’unico. Per avere un termine di confronto ha infatti fatto visita anche ad altri negozi.

Ecco la grande differenza che ha vissuto Clelia, non tanto per l’offerta di abiti quanto di esperienza a tutto tondo.

Lei stessa ci ha infatti raccontato che ha vissuto esperienze in cui si è sentita una delle tante, un numero in più da aggiungere alla collezione di spose accontentate, un contentino per il proprio ego. Il settore wedding purtroppo è fatto così, fa gola a tantissimi e ci si butta a capofitto anche chi non ha un reale interesse per vendere il servizio migliore per una persona, quanto piuttosto ha il solo scopo di vendere, vendere, vendere.

Vestire una sposa, accompagnarla in un percorso così importante, è davvero difficile e di grande responsabilità. Si deve instaurare un rapporto piuttosto intimo e confidenziale, in cui la sposa si trova a mettere a nudo i propri difetti e le proprie incertezze davanti ad una sconosciuta. Non è da tutte lasciarsi andare, non è da tutte confidare le proprie insicurezze, non è da tutte affidarsi e fidarsi.

Clelia questo lo ha vissuto sulla propria pelle.

Da numero come veniva considerata in altri atelier, nel nostro ha raccontato di aver vissuto un’esperienza totalmente differente. Ti lascio qui sotto le sue parole, così puoi leggere tu stessa cosa ha fatto per Clelia la differenza.

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